Il gemellaggio
65 anni di presenza a Pinheiro
Un ponte d’affetto unisce due mondi
Il gesto di solidarietà verso i bambini dei paesi poveri, più noto in questo momento, è quello dell’adozione spirituale missionaria a distanza. Oggi è frequente vedere gli occhi di un bambino che ci guarda da un manifesto affisso per le strade della nostra città o sulle pagine di qualche rivista. Come aiutare quei bambini? Le idee, a tale riguardo, non sono tanto chiare. Una proposta che si è affermata è l’adozione spirituale missionaria a distanza. Ma che cosa s’intende per questo tipo di adozione? Cerchiamo di spiegare L’adozione spirituale è un gesto concreto di cristiana solidarietà che tutti possono fare: persone singole, famiglie, gruppi. Lo scopo è di prendersi cura di un determinato fratello povero (in genere un/a bambino/a) che vive lontano dal luogo in cui noi viviamo. Nel caso che ci interessa, si tratta della nostra missione di Pinheiro (Maranhão Nord Est dei Brasile). È un dono che si fa per garantire a dei bambini quelli che sono i beni primari: alimenti, medicinali, vestiario, istruzione scolastica civile e religiosa. La caratteristica di questo gesto è che non si tratta di un aiuto vago: invece di mandare un’offerta per dei bambini poveri senza conoscerli, la si manda con l’indicazione precisa del bimbo da aiutare. Di lui, infatti, si conosceranno nome e cognome, luogo e data di nascita e si avrà anche una foto. Egli, così, sarà aiutato rimanendo là dove è nato, insieme alla sua famiglia, tra i suoi amici, e avrà la possibilità di diventare grande nel suo ambiente naturale. Non si tratta, quindi, di un’adozione fisica vera e propria, come si fa secondo le leggi nazionali e internazionali. Nelle adozioni spirituali a distanza si crea però sicuramente un legame spirituale e affettivo tra il bambino adottato e colui che adotta. È semplice arrivare a questo legame e mantenerlo vivo nonostante le distanze: è il Padre incaricato della nostra missione di Pinheiro che dà all’adottante frequenti informazioni sul bambino adottato, il quale viene come a far parte della famiglia dell’adottante, divenendo fratellino o sorellina anche dei bambini che eventualmente ci sono in questa famiglia. È da notare che questa speciale adozione diventa anche un mezzo cristiano per promuovere l’educazione alla «mondialità». Infatti permette di prendere coscienza dei problemi dei mondo; nel nostro caso, dei problemi dell’America Latina. Ciò crea spesso una nuova mentalità e un nuovo stile di vita. Inoltre, se compiuta con il giusto spirito, questa adozione ci guida alla riscoperta del vero significato del «volerci bene» e ad eliminare ogni tipo di spreco. Gesto di concreta generosità e, nello stesso tempo, «ponte» di amore e di altruismo perché dà la possibilità di unire persone, culture e luoghi diversi. Volendo fare un po’ di storia, diciamo subito che non è possibile stabilire una data precisa per la nascita di questa forma di adozione. Sembra che sia partita negli anni ‘70, quando i Missionari, tornando in patria, hanno cominciato a mostrare le foto dei popoli lontani e dei loro bambini, descrivendone l’estrema povertà. Sono nate, così, diverse iniziative di aiuto. Tra queste come abbiamo già detto l’adozione spirituale missionaria a distanza. La sua concretezza ha suscitato il vivo interessamento dei buoni cristiani. La stessa cosa è accaduta anche nella Famiglia religiosa dei Missionari dei S. Cuore italiani. In essa e per essa l’iniziativa ha avuto un rapido successo, tanto da suscitare meraviglia anche in coloro che l’avevano timidamente cominciata. La fiducia nella Divina Provvidenza ci incoraggia a sperare che,con il passare degli anni, questa adozione spirituale non abbia termine e perseveri nello spirito degli inizi. Deve essere e rimanere espressione concreta e vera di Amore nei riguardi di coloro che hanno gli stessi umani diritti dei nostri bambini. È triste, infatti, pensare che sono tanti i bambini che, per la mancanza di altruismo e di sensibilità cristiana, non hanno la possibilità di vedere realizzati i loro diritti e le loro speranze!
Da Marina di Minturno a Pinheiro
I Missionari dei Sacro Cuore italiani arrivarono a Pinheiro, nella mattina del 15 agosto del 1946. Subitosi resero conto delle varie ed estreme povertà ed indigenze di quella gente, dandosi da fare nell’aiutare con attività diverse e con le iniziative più urgenti. Da subito, le nostre Comunità Religiose ed i Cristiani delle nostre Parrocchie italiane (tra queste in modo del tutto particolare quella che frequenta la chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore di Marina di Minturno), si sono attivate nell’essere generosamente presenti, nell’aiuto ai nostri Missionari, perché non si sentissero soli, con tutte quelle difficoltà e problemi di ogni genere, impegnandosi nel far sentire loro il continuo interesse spirituale, ed inviando aiuti concreti. Molti passi, piccoli e grandi, sono stati fatti; moltissimi ne rimangono, ancora, da fare. La Comunità Religiosa dei Missionari dei Sacro Cuore, insieme alla Fraternità Missionaria della Chiesa Nostra Signora dei Sacro Cuore di Marina di Minturno, ha, nel tempo, accresciuto stretti ed affettuosi rapporti di Amicizia con Pinheiro, con molteplici e generosi interventi ed aiuti, a testimonianza che il nostro amore prepara il loro futuro. Insieme alla nostra Parrocchia di Arriva il camion con le derrate per le mere S. Giuseppe Lavoratore in Salerno, ha inviato all’ospedale di Pinheiro un elettrocardiografo utilizzato nel locale ambulatorio di pediatria. Pinheiro, dalla prima volta che l’ho visitata, mi ha toccato profondamente restando nei miei ricordi per la sua umile semplicità, per la sua povertà vissuta dignitosamente, cristianamente fiduciosi che le cose possano cambiare, se i fratelli li aiuteranno a crescere e quindi a cambiare. Così, ora, ho potuto capire le varie sfide, che hanno dovuto e devono affrontare i nostri Missionari nell’evangelizzazione: essere presenza solidale con il popolo e lavorare instancabilmente in tutti i campi, per una cultura della Vita, quella Vita che Gesù è venuto a portare in abbondanza per tutti. La popolazione incontrata è stata molto calorosa ed affettuosa nel conoscere un altro Padre, che veniva dall’Italia, particolarmente dalla cara e generosa Comunità di Marina di Minturno, così presente ed attenta alle sue diverse necessità. Le domande fattemi, da grandi e piccoli, sono state tante, ma la mia incapacità nel parlare la lingua portoghese, è stata la mia più grande difficoltà. Il Padre Luigi Risso M.S.C., che Voi ben conoscete e gli altri Padri, mi hanno aiutato a comunicare, facendomi da interpreti, superando così il problema della lingua. I numerosi bambini incontrati, tra questi quelli dell’Asilo Città di Minturno, credevano che io non capissi il portoghese perché non sentivo, parlavano allora ad alta voce, chiedendomi se avevo capito quello che mi dicevano. Mi facevano ridere tanto…Ricordo di avere sempre letto nelle lettere inviate dai primi missionari e da quelli che ho ascoltato personalmente, queste espressioni: vivo sentimento missionario, dolore nel non poter fare… necessità interiore ed esteriore di fare Apostolato, Vocazione missionaria che travolge… In questa mia seconda visita alle nostre Comunità del Brasile del Nord, particolarmente a Pinhriro, sono arrivato ad una conclusione molto importante: quello che sentivano e sentono ancora oggi, i nostri Missionari, non può essere un sentire solo Loro, ma dovrebbe essere di ogni Missionario del S. Cuore della Provincia Italiana. Conoscerne in modo più completo ed approfondito la grande vita ed attività è stato veramente un grande dono; ma desidero che il dono sia anche Vostro, perché conoscendo possiate parteciparVi con più entusiasmo e consapevolezza. Un legame spirituale, tutto particolare, unisce Pinheiro, con la mia Comunità religiosa e quella cristiana, che frequenta la Chiesa di Nostra Signora del S. Cuore in Marina di Minturno, sia perché la Chiesa fu consacrata dal Primo Vescovo di Pinheiro, Mons. Alfonso M. Ungarelli, M.S.C.,sia per «Un Gemellaggio Un Progetto », impegno portato avanti, da diversi anni, con perseveranza dall’attivo Gruppo della Fraternità Missionaria. Tutto questo ci dà la possibilità di testimoniare, concretamente, la nostra povera Fede ed i sentimenti cristiani, tendendo, con amore e generosità, una mano ai nostri Fratelli di Pinheiro, che fiduciosi ripongono in noi la loro speranza cristiana. Termino questo articolo, con l’auspicio che qualche giovane che lo legge, dopo, possa sentire dentro di sé la Voce che gli sussurri l’invito… vieni e seguimi… ad aiutare, come Missionario del S. Cuore, i Fratelli di Pinheiro. Lo spero, fiduciosamente.